Watts Towers: un italiano a Los Angeles

Watts Towers: un italiano a Los Angeles, cosa può fare nel suo tempo libero? Forse creare architetture strabilianti? Ebbene sì!

Watts Towers Sabato Simon Rodia
Sabato “Simon” Rodia

Le Watts Towers sono state costruite da Sabato “Simon” Rodia, un artista italiano naturalizzato negli Stati Uniti.
La costruzione durò circa trent’anni, tra il 1921 e il 1954.

Watts Towers: la storia di Sabato “Simon” Rodia

Sabato “Simon” Rodia nasce a Serino, un comune non molto grande nella provincia di Avellino e ad una manciata di chilometri da Napoli, il 12 febbraio 1879.
Probabilmente il nome “Sabato” deriva dal fatto che il paese di Serino sia attraversato dal Fiume Sabato e che poi, una volta giunto negli Stati Uniti sia stato chiamato “Simon”
A soli quindici anni emigra negli Stati Uniti insieme al fratello maggiore per lavorare in una miniera della Pennsylvania.
Successivamente, dopo il tragico incidente mortale subito dal fratello nella miniera in cui lavoravano, si trasferisce a Seattle. Qui incontra Lucia Ucci che sposa nel 1902 con la quale ebbe tre figli. Una vita rocambolesca quella di Simon, tra notizie forse vere o forse no, fonti ancora meno: fatto sta che il minatore-muratore ad oggi è ritenuto un artista, lo stesso che ha costruito un’architettura visionaria, che addirittura, è finito sulla copertina di un disco dei Beatles e che la sua opera ad oggi è un sito protetto.

In ogni caso, Rodia, prima che morisse, ribadisce la sua ingenuità rispetto al mondo dell’arte e che la sua struttura l’ha costruita per avere qualcosa da fare.

In ogni caso, Rodia, prima che morisse, ribadisce la sua ingenuità rispetto al mondo dell’arte e che la sua struttura l’ha costruita per avere qualcosa da fare.

–> Sabato “Simon” Rodia – biografia

Watts Towers: le immagini

No! Non ho mai pensato che un’immagine possa rendere l’idea e attaccarci addosso quella sensazione di piccolo soprattutto quando siamo di fronte a paesaggi immensi o ad architetture così imponenti. Anche il colore perde efficacia. Anche il lavorio dell’artigiano viene inserito in un contesto dove smarrisce la sua unicità.

Il Watts Towers Arts Center

Forse stanco degli atti vandalici perpetrati nel tempo o forse per chissà quale altra ragione, Simon Rodia, una volta terminata la costruzione e prima di traferirsi vendette la sua proprietà al vicino di casa che a sua volta la vendette, sei mesi dopo, a Joseph Montoya, il quale la vendette a Bill Cartwritght e Nick King fondarono il Comitato per le Torri in modo da salvaguardarle dalla demolizione e per poter effettuare tutte quelle attività di conservazione nel tempo e di analisi statica.
Nasce così il Watts Towers Arts Center.
Il centro culturale svolge proprio tutte quelle funzioni che hanno lo scopo di accrescere culturalmente un quartiere, una comunità.
Infatti, sono molte le attività programmate all’interno dell’offerta quali, ad esempio, lezioni per insegnanti e studenti di pittura, scultura, fotografia, musica, danza, giardinaggio, piastrellatura e altre arti multimediali.
Da quarant’anni organizza l’annuale Watts Towers Day of the Drum Festival e l’annuale Simon Rodia Watts Towers Jazz Festival.

Annual Watts Towers Day of the Drum Festival & Jazz Festival

Entrambi gli eventi abbracciano il concetto di multiculturalismo e attirano folle da tutte le parti della città e da tutto il mondo.
Il Watts Towers Day of the Drum Festival è dedicato alle percussioni e al ruolo tradizionale del tamburo nelle società umane. Il Simon Rodia Watts Towers Jazz Festival, il più antico festival di Los Angeles, rende omaggio alle forme musicali americane di Jazz, Gospel e Blues e lo porta nella scena Avant Garde e Latin Jazz. Gli artisti rappresentano le diverse culture di Los Angeles e alcuni dei migliori talenti della batteria e del jazz di oggi

–> Puoi approfondire le attività del Watts Towers Arts Center cliccando su questo link

E con i Beatles come la mettiamo?

Nel 1967, due anni dopo la dipartita di Sabato “Simon” Rodia, il suo volto finisce sulla copertina di Sgt. Pepper’s! Proprio così! L’unico italiano presente nell’immagine della copertina è proprio lui, il numero 14. Vicino a personaggi quali Edgar Allan Poe, Fred Astaire, Carl Gustav Jung e Bob Dylan

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