Vivian Maier, la Street Photographer invisibile
Ecco che che un giorno, un tizio, un certo Maloof, acquista all’asta per 380 dollari un box. Quello che ci trova dentro è già storia…
Quando lessi per la prima volta la storia di Vivian Maier rimasi colpito e incuriosito allo stesso tempo. Ecco diciamo che quell’alone di mistero che avvolge la sua vita ti resta attaccato: più cerchi cenni di storia di Vivian, più sei attratto dal suo essere inafferrabile.
Vivian Dorothea Maier, franco-americana, nasce a New York nel ’26.
Lavora come bambinaia per alcune famiglie facoltose della città.
Ha un segreto e una passione: la fotografia.
Muore in Illinois nel 2009 senza che nessuno conoscesse quella sua arte così amata e nutrita per oltre quarant’anni.
Il suo immenso lavoro come street photographer viene rinvenuto per caso all’interno di un box venduto ad un’asta poco prima della sua morte. Si tratta di circa 150.000 scatti di volti e architetture effettuati tra le strade di Chicago, New York e Los Angeles.
Un tesoro inestimabile che ha collocato l’artista tra le fotografe più riconosciute al mondo.
Purtroppo Vivian è deceduta poco prima di vedere il suo successo e poco prima che John Maloof, il tizio che all’asta acquistò il suo box per 380 dollari, la trovasse.
Ed ecco la strana storia di Vivian Dorothea Maier….
1.Vivian Maier, la biografia
1.1 Le origini di Vivian
Non si può parlare di Vivian senza fare un accenno alle sue origini. Questo perché, come è facile immaginare, non avendo avuto figli e quindi senza eredi diretti di quello che oggi è un patrimonio artistico ed economico di un certo peso, ogni ricerca sulla genealogia potrebbe condurre appunto ad eredi diretti che otterrebbero pertanto i diritti d’autore relativi la sua opera fotografica.
Ci sono tutti gli elementi per essere definita una saga familiare e legale, scrive il Chicago Tribune in un articolo di un paio di anni fa, dove possesso dei negativi e copyright si intrecciano tra Europa e Stati Uniti e relativi ordinamenti legislativi.
Figlia di immigrati europei, nasce a New York nel 1926.
Il padre, Charles Maier con la sorella Alma e i genitori, Wilhem e Maria Von Mayer, sbarcano su Ellis Island nel 1905.
La famiglia Von Mayer è originaria dell’Ungheria, in particolare da una Regione che ora è situata in Slovacchia. Al loro arrivo sul suolo americano sono designati come di razza tedesca e con la successiva naturalizzazione il cognome Von Mayer diventa Maier nel 1912.
La madre, Marie Jaussaud, nasce nel 1897 nel Domaine de Beauregard, nella città di Saint-Julien en Champsaur, nelle Alte Alpi francesi. È la figlia di Eugenie Jaussaud, un’adolescente ragazza-madre e Nicolas Baille, un giovane fattore della zona. Nel 1914 arriva a New York appena sedicenne.
Nel 1919 Marie Jaussaud e Charles Maier si sposano, si trasferiscono a Manhattan e Vivian si districa fin dalla nascita tra l’inglese, il tedesco e il francese.
1.2 I primi anni e il fortuito incontro con la fotografia
Non passa molto tempo dalla sua nascita nel 1926 che i genitori Charles e Marie si separano. Vivian resta con la madre in un appartamento del Bronx che condivide con un’amica Jeanne Bertrand di origini francesi anche lei.
Jeanne Bertrand è ritenuta una figura chiave dello sviluppo artistico di Vivian. Infatti, Jeanne è una famosa e talentuosa fotografa professionista oltre ad essere una scultrice e trasmette a Vivian non solo la passione per la fotografia ma anche le primissime conoscenze tecniche.
Questo contatto da vicino rappresenta una condizione piuttosto rara nei primi anni del ‘900 se si pensa che oltretutto anche Marie utilizza con costanza un apparecchio Kodak.
Nel 1932 Vivian e la madre Marie si trasferiscono in Francia per ritornare negli Stati Uniti solo sei anni dopo, nel 1938.
1.3 1950-1951 Un anno sulle Alte Alpi in Francia
Nel 1950, ventiquattrenne, ritorna a Champsaur per vendere all’asta la tenuta ereditata dalla zia.
Ci resta fino al 1951 quando rientra definitivamente negli Stati Uniti.
Trascorre quindi un anno in Francia: a Champsaur gira per i sentieri della valle, incuriosisce gli abitanti camminando sola insieme alla sua Kodak. Fotografa in continuazione i luoghi e le genti del posto.
Si rivela molto brava a gestire l’asta e le economie ereditate. Nel frattempo, si prende cura del nonno Nicolas Baille, un uomo scortese che vive di poco e con i soldi ricavati della vendita della tenuta acquista una concessione cimiteriale potendo così trasferire la salma della prozia dalla fossa comune ad una tomba decorata e incisa.
1.4 Il ritorno negli Stati Uniti
Nel 1951 rientra negli Stati Uniti dove vivrà fino alla fine dei suoi giorni. Approda a New York, nessun indirizzo ma solamente una casella postale. Da questo momento vive soltanto per la fotografia.
Con i soldi ottenuti dalla vendita della tenuta può finalmente acquistare apparecchiature fotografiche di una certa tecnica, gironzola per le strade e si guadagna da vivere lavorando come bambinaia per facoltose famiglie americane.
Nel 1956 la scia New York per stabilirsi definitivamente a Chicago. Ogni volta che ha un momento libero, cammina per le strade di Chicago e fotografa la vita quotidiana dei suoi abitanti. I ritratti di passanti o quelli lasciati indietro si mescolano a scene di vita quotidiana.
Vivian dedicherà molto tempo anche alla scoperta di altre città e capitali in giro per il mondo: Canada, Cuba, Puerto Rico, Manila, Bangkok, Kochi (stato di Cochin-Karala in India). Osa andare in Yemen, viaggia negli antichi siti del Cairo, le Indie Occidentali e la costa della Florida. Attraversa anche l’Italia e visita ancora una volta i suoi luoghi d’infanzia a Champsaur riprendendo le sue lunghe passeggiate in bicicletta lungo tutta la valle.
Migliaia di fotografie uniche ed inedite che raccontano un’epoca.
2. La scoperta dei suoi capolavori
Muore in Illinois nel 2009 senza che nessuno conoscesse quella sua arte così amata e nutrita per oltre quarant’anni. Muore accudita da due fratelli di cui un tempo era la tata. John Maloof aveva già trovato le sue opere ma non aveva trovato lei prima che morisse.
In questi anni sono stati prodotti film e documentari, raccolte interviste e archiviato tutto il materiale che le apparteneva come le macchine fotografiche, i ritagli di giornali che raccoglieva e molto altro per ricostruire la sua vita.
Quello che però è ancora in corso dall’evoluzione ancora sconosciuta è l’eredità associata alla sua opera.
Vivian non ha avuto figli e la ricerca di eventuali eredi è diventata in questi anni una staffetta al rimbalzo tra Stati Uniti ed Europa.
Come andrà a finire? Non ci resta che attendere…