Tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso, Tina Modotti
espresse la sua idea di libertà attraverso la fotografia e l’impegno civile, diventando icona del
Paese che l’aveva accolta ma trascendendo ben presto i confini del Messico nella sua pur breve
vita, per essere così riconosciuta sulla scena artistica mondiale. Ancora oggi Tina Modotti
rimane il simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte è indissolubilmente legata
all’impegno sociale.
Nell’ambito del palinsesto 2021 del Comune di Milano “I talenti delle donne”, il MUDEC
presenta al pubblico dall’1 maggio 2021 la retrospettiva “Tina Modotti. Donne, Messico e
Libertà”, aperta fino al 7 novembre 2021. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura
e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, e in collaborazione con SUDEST57, il
Comitato Tina Modotti di Udine ed è curata da Biba Giacchetti.
In esposizione un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d’argento degli anni Settanta realizzate a partire dai negativi di Tina, che Vittorio Vidali consegnò al fotografo Riccardo Toffoletti, il quale fu protagonista della sua riscoperta, oltre a lettere e documenti conservati dalla sorella Jolanda, e video per un racconto affascinante, che avvicinerà il pubblico a questo spirito libero, che attraversò miseria e fama, arte e impegno politico e sociale, arresti e persecuzioni, ma che suscitò anche un’ammirazione sconfinata per il pieno e costante rispetto di sé stessa, del suo pensiero, e della sua libertà.
© Carlotta Coppo
Tina Modotti biografia
Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini, abbreviata in Tina Modotti (Udine, 1896 – Città del
Messico, 1942), fu una fotografa, attivista e attrice italiana.
È considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, nonché una figura di
grande fascino del movimento comunista e della fotografia mondiale. Le fotografie da lei
scattate in Messico, dove si trasferì, illustrano la sua militanza politica, umana e politico-sociale.
La sua creatività, espressa nei pochi anni che potrà dedicare alla fotografia, racconta
pienamente uno spirito libero e anticonformista che anima il corpo di una bellezza mozzafiato,
alla quale lei stessa assegnerà ben poca importanza.
Vivrà negli Stati Uniti, in Messico, in Russia e in un’Europa degli anni ’30, profondamente divisa
tra fascismo e antifascismo. Si impegnerà in prima linea per portare soccorso alle vittime civili
di conflitti come la Guerra di Spagna, condividerà in questi stessi anni la propria vita con
Vittorio Vidali e, al contrario del suo compagno, non potrà mai tornare alla sua amata terra
natale (Udine) a causa delle sue attività antifasciste e di una morte prematura avvenuta
nell’esilio messicano ad appena 46 anni, alla quale resero omaggio artisti come Picasso, Rafael
Alberti e Pablo Neruda che le dedicò una celebre poesia.
La sua riscoperta inizierà negli Anni Settanta grazie a Vidali, che rientrato in Italia e divenuto
poi senatore, inizierà a scrivere di Tina e a rendere pubblico il suo lascito artistico, forte anche
di un interesse internazionale espresso dalla grande retrospettiva dedicata a Tina Modotti dal
Moma di New York, tenutasi nel 1977 in cui furono esposte quaranta fotografie.
Con la nascita
del Comitato Tina Modotti e con l’apporto determinante di Vidali, si avvia la ricostruzione della
collezione al tempo più esaustiva delle sue opere e dei documenti che riguardano la sua vita
avventurosa.
Il tema della libertà
Il tema della Libertà in Tina Modotti è essenzialmente legato alla sua poliedrica personalità, e
si sviluppa con una coerenza priva di compromessi nell’arco della sua intera esistenza, scandita
da capitoli che hanno incrociato la storia politica del mondo nell’arco della sua pur breve
esistenza.
Poverissima e costretta ad emigrare Tina avrebbe potuto seguire la carriera di attrice, e
sfruttare la sua bellezza per il facile ottenimento di agi economici. Ma la sua scelta di libertà la
porta invece verso lo studio, e l’approfondimento delle sue innate doti artistiche, coltivate nel
circolo delle frequentazioni del suo primo compagno – il pittore Robo – fino all’incontro con
Edward Weston, fotografo non ancora celebre che la inizia alle tecniche fotografiche.
Se Weston sarà il suo mentore, si deve a Tina la scelta di andare in Messico per condividere un
rinascimento artistico che poggiava su basi sociali e culturali nella particolare fase post
rivoluzionaria, nelle avanguardie estridentiste, nella frequentazione di pittori e poeti: da Frida
Kahlo a Diego Rivera, da José Clemente Orozco a David Alfaro Siqueiros. Tina seguirà i
primi passi di fotografi come Manuel Alvarez Bravo e la di lui moglie Lola, incrocerà la grande
fotografa Imogen Cunningham, poeti e scrittori come David Herbert Lawrence e
Mayakovsky, musicisti, un circolo di artisti sperimentali e liberi di cui Tina a Weston
diverranno in breve tempo figure di spicco.
Tina smetterà di essere attrice, ma non modella. Poserà per i grandi Muralisti, vivrà nei primi
anni messicani una libertà di pensiero totale che si rispecchierà nello stile di vita, nei suoi
comportamenti e nei suoi amori. Ma soprattutto si affrancherà rapidamente dallo stile di
Weston per affermare una sua arte, un suo modo di fotografare che nel tempo resterà unico e
verrà immediatamente riconosciuto a livello internazionale.
Artista, sublime e impegnata, Tina non esiterà ad abbandonare l’arte per il crescente impegno
nell’attivismo politico.
A causa di questo verrà ingiustamente accusata di complicità
nell’assassinio del suo compagno, il giornalista cubano Mella, e poi di aver preso parte
all’attentato al presidente Messicano.
Tina verrà cacciata dal Messico; gli Stati Uniti l’avrebbero nuovamente accolta se avesse
rinunciato alle sue convinzioni politiche. Ma la sua libertà di pensiero e la sua coerenza spinta
al limite del rischio della sua stessa incolumità le fecero declinare l’offerta. Iniziò così una fase
da rifugiata politica che la portò in Germania, in Russia, e poi ad impegnarsi direttamente nella
guerra di Spagna in soccorso delle vittime del conflitto, con particolare attenzione ai bambini.
Al termine della guerra di Spagna Tina, affaticata nel corpo e nello spirito, verrà accolta
nuovamente in Messico, dove vivrà nell’ombra i suoi ultimi anni accanto a Vittorio Vidali.
Per una biografia approfondita puoi consultare il sito del Comitato Tina Modotti
A cura di Biba Giacchetti
Nasce a Roma, studia a Parigi, si laurea in giurisprudenza e lavora per molti anni nel campo della comunicazione.
Da più di vent’anni si occupa di grande fotografia.
Nel 2002 fonda con Giuseppe Ceroni Sudest57, centro di
eccellenza per la fotografia d’autore. È curatrice delle mostre di maggior successo di Steve McCurry ed Elliott
Erwitt, realizzate nei più importanti musei italiani ed esteri. Scrive di fotografia, ha pubblicato il volume Icons di
Steve McCurry, tradotto in cinque lingue, Icons di Elliott Erwitt, Scatti Personali dello stesso autore.
Concepisce
progetti di comunicazione, mostre e installazioni site specific per grandi aziende, lavorando con fotografi e artisti
di fama mondiale, come Steve McCurry, Elliott Erwitt, Lorenzo Vitturi, Duane Michals, James Nachtwey, Eugene
Richards, Gian Paolo Barbieri.
Cura acquisizioni di stampe fine art per collezionisti pubblici e privati.
Il Comitato Tina Modotti
Il Comitato nasce a Udine nel 1973, per iniziativa di Riccardo Toffoletti, con la mostra (e il catalogo a lei
dedicato, Tina Modotti garibaldina e artista), che comprendeva molte fotografie di Tina stampate dai negativi
originali di Vittorio Vidali. L’iniziativa fu seguita da un intenso lavoro di riscoperta e valorizzazione di Tina Modotti
durato decenni, scandito da numerose mostre, tra cui quella del 1979 (Tina Modotti fotografa e rivoluzionaria) e
quella allestita a Udine nel 2015-2016 (Tina Modotti. La nuova rosa. Arte, storia, nuova umanità, Forum, Udine
2015). Oltre ai molti allestimenti in Italia e all’estero, sono stati organizzati due convegni internazionali, nel 1993
(Tina Modotti. Una vita nella storia, Arti Grafiche Friulane, Udine 1995) e nel 2015 (Tina Modotti.
Arte e libertà fra
Europa e Americhe, Forum, Udine 2017), con la partecipazione dei maggiori studiosi di Tina Modotti.
Info utili
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56), tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)
DATE 1/05 – 7/11/2021
BIGLIETTI Intero € 12 | Ridotto € 10
ORARI Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì – domenica 10.00 – 19.30
Prenotazione obbligatoria sabato e domenica sul sito: https://ticket24ore.vivaticket.it/
La biglietteria chiude un’ora prima (ultimo ingresso)
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