Guido Marangoni: critico d’arte e giornalista (1872-1941)

Introduzione
Guido Marangoni nasce a Casanova Elvo, allora situata in provincia di Novara (ora Vercelli), il 16 maggio 1872.
È il padre fondatore de la I Mostra Internazionale delle Arti Decorative che viene inaugurata il 19 maggio 1923 all’interno dei prestigiosi ambienti della Villa Reale di Monza.
L’obbiettivo è quello di valorizzare il rapporto tra arte e politica, dando un impulso strategico all’economia sofferente del Paese. E a questo proposito si può pensare al Marangoni come l’uomo che diede una forma decisiva a questo stretto legame, politica-economia-arte, dando il via all’idea di Design ancora prima che si potesse parlare di una effettiva nascita formale delle arti applicate.
Ma il pensiero del Marangoni va ancora più in là, considerando la conoscenza delle arti, complementari e non contrapposte alla politica, lo strumento più alto di elevazione del popolo.
Periodo storico
La sua maturità lo vede a cavallo dei due secoli, tra la fine del 1800 e i primi anni del ‘900.
Parliamo quindi di un periodo storico intenso e di grandi trasformazioni. Infatti, la rottura con il passato, cambia in modo radicale l’assetto politico ed economico di tutta l’area europea.
In Italia, in particolare, questa trasformazione è ancora più marcata.
Si pensi geograficamente all’Unificazione, politicamente alla Repubblica Monarchica ed economicamente alla crescente industrializzazione delle Regioni del nord.
Biografia
È in questo quadro politico e socioculturale che il Marangoni intreccia la trama della sua vita lasciando un’eredità concreta alle arti e al mondo culturale e industriale così come lo conosciamo oggi: deputato nella XXIV Legislatura del Regno d’Italia (dal novembre del 1913 al settembre del 1919), Conservatore del Castello Sforzesco di Milano, giornalista, critico d’arte,fondatore e direttore della rivista “La Casa bella”, fondatore della prima Biennale d’Arte Internazionale . Una figura di rilievo nella storia del nostro Paese, visionario e, al tempo stesso, uomo concreto: ha saputo coniugare la crescente necessità di sviluppo economico del nostro Paese con le arti applicate dando vita a quello che è ancora oggi il carattere distintivo dell’Italia nel mondo quando si parla di Arti Decorative e di Design.
Ecco.
Il Design prima del Design, è il titolo di una delle mostre a lui dedicata qualche anno fa e riassume in poche battute quello che il Marangoni rappresenta ancora oggi per la nostra società.
Proveniente da una famiglia agiata della Lomellina cresce nella tenuta paterna, studia al Liceo di Vercelli e in seguito frequenta la Facoltà di Giurisprudenza a Torino. Negli anni degli studi accademici si appassiona all’arte e alla politica aderendo al Partito Socialista.
Sindacalista Rivoluzionario aderisce al pensiero di Georges Eugène Sorel, filosofo, sociologo, ingegnere e pensatore francese, teorico appunto del movimento del sindacalismo rivoluzionario. [1]
Nel 1903 si trasferisce a Venezia dove dirige Il Secolo Nuovo, giornale settimanale dei socialisti della provincia di Venezia, il cui motto, ben calza allo spirito del Marangoni. [2]
Nel 1909 è eletto deputato nel collegio di Comacchio. [1] Nonostante l’attività del governo occupi immense risorse in termini di tempo e coinvolgimento, scrive molto di politica e arte considerando l’una complementare dell’altra nell’elevazione del popolo.
Nel 1917 si trasferisce a Milano.
Ed è proprio qui, a Milano, che la sua fervida ricerca di un nuovo modello sociale, che sia in grado di fondere insieme politica-economia-arte, trova terreno fertile.
Invia una lettera al Sindaco di Milano, Emilio Caldara, socialista come il Marangoni, chiedendo di poter istituire una grande esposizione d’arte con cadenza biennale dove verranno invitati ad esporre maestranze e artisti da ogni angolo d’Italia: lo scopo è quello di dare un reale impulso alle industrie del settore e assolvendo, allo stesso tempo, al suo principio guida e cioè quello che le arti e l’economia possono dare vita a un contesto sociale nuovo.
A tale richiesta segue un progetto del Marangoni più dettagliato e programmatico: la Giunta milanese lo accetta nell’ottobre del 1919.
“promuovere, a non oltre due anni dalla pace, una grande esposizione d’arte decorativa da rinnovarsi di biennio in biennio e tale da assurgere a generale convegno di quanti in ogni parte d’Italia abbiano lavorato alla rinascita delle attività artistiche locali”. [3]
Il primo passo necessario affinché si possa dare vita al progetto di realizzazione di una biennale d’arte risiede nella gestione delle questioni economico-organizzative non meno del trovare una sede adatta che possa ospitare un evento culturale di tale portata. Si rende disponibile la Villa Reale di Monza ottenendone l’assegnazione e l’uso del Parco circostante.
Il progetto dell’esposizione d’Arte si fonde con il progetto parallelo di istituire un’Università per lo studio delle Arti Decorative.
Sempre nel 1919 il Marangoni diventa soprintendente al Castello Sforzesco e trasferisce nella Villa Reale di via Palestro le collezioni d’arte moderna.
È il 1922 quando viene inaugurata l’Università delle Arti Applicate ospitata all’interno della Villa Reale di Monza e, precisamente, utilizzando gli ambienti delle ex scuderie. Dunque, il 1922, un anno antecedente alla Prima Biennale che si inaugurerà a Monza il 19 maggio del 1923, alla quale seguiranno altre due edizioni fino al 1927 prima di essere spostata, nel 1933, al Palazzo dell’Arte di Milano e modificata la cadenza che sarà triennale anziché biennale.
L’esposizione ha un successo straordinario anche al di fuori dei confini nazionali andando oltre ogni aspettativa.
Nel 1928 fonda la rivista La Casa Bella di cui diventa direttore.
Nel 1933 la rassegna viene spostata al Palazzo dell’Arte, Milano, dove tutt’ora la Triennale rappresenta un punto di riferimento in tutto il mondo, ospitando mostre temporanee e collezioni permanenti oltre ad essere un centro nevralgico per la condivisione culturale con la sua Biblioteca del Progetto e il suo Teatro dell’Arte.
Guido Marangoni muore a Bordighera, Imperia il 16 gennaio del 1941.
Fonti e collegamenti esterni
[1] È un caso raro, quello del Marangoni, di essere un Sindacalista Rivoluzionario iscritto al Partito Socialista Italiano. Se si desidera approfondire l’argomento si può trovare diverso materiale sull’Ottocento ferrarese.
[2] Il Secolo Nuovo, in corsivo il motto del giornale settimanale. Fonte: www.unsecolodicartavenezia.it “La miseria non nasce dalla malvagità dei capitalisti, ma dalla cattiva organizzazione della società, dalla proprietà privata, perciò noi predichiamo non l’odio alle persone, né alla classe dei ricchi, ma la urgente necessità di una riforma sociale, che a base dell’umano consorzio ponga la proprietà collettiva” [da XV, n. 2 (9 gennaio 1915)] Comprendere è superare.
[3] Stralcio della lettera inviata al Sindaco di Milano
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