Cosa c’è da vedere nel Castello Sforzesco?

Da dizionario etimologico

iliade dal latino ILIADEM, dal greco ILIADA, che è relativa a ILio (dal latino Ilium = ILion) capitale della Troade, chiammata anche Troia, la città presa e distrutta dai Greci, dopo un assedio di dieci anni e raccontata nel poema di Omero.
In età tardo -ellenistica e romana prende il nome di Alessandria Troade.

La lingua omerica, una lingua “d’arte”

L’Iliade e l’Odissea sono stati scritti in lingua omerica, un greco giunto fino a noi dove prevale il dialetto eolico e, allo stesso tempo costituita da elementi ionici. Mentre il primo dialetto veniva parlato sulla costa orientale dell’Asia minore e nelle isole vicine (VIII a.C.).
A questa mescolanza di dialetti gli storici danno sostanzialmente due ipotesi: la prima è che le opere di Omero fossero state scritte prima in eolico e poi abbiano risentito di una pressione ionica. La seconda ipotesi è che l’epica fosse originaria di un’area a cavallo delle due culture e che, pertanto, abbia avuto diverse contaminazioni linguistiche proprie delle zone di confine.

Non dobbiamo pensare, tuttavia, alla lingua omerica come somma di diversi dialetti, la lingua “d’arte” al quale facciamo riferimento è una lingua, in qualche modo “artificiale, risultato di una lunga tradizione degli aedi, i cantori dell’antica tradizione epica greca.

La tradizione vuole che l’Iliade venga datata intorno al 750 a.C.
Gli storici, almeno in parte, non ritengono che i poemi, Iliade e Odissea, fossero stati scritti dal poeta stesso ma che Omero fosse un poeta orale e allo stesso tempo, il primo poeta epico in grado di mettere insieme in modo organico tutti i canti sotto un unico “cappello”.
E’ verosimile che i poemi omerici siano stati recitati per molto tempo e quindi imparati a memoria e solo dopo trascritti.